Perché sempre più italiani abbandonano Facebook
Gli italiani iniziano ad abbandonare il virtuale e, quindi, anche i social network. Tre i principali motivi: 1) la preoccupazione per la propria privacy e per l’uso dei propri dati personali; 2) l’eccessiva presenza sui social di fake news, spam e frodi online; 3) l’insoddisfazione provocata dai contenuti pubblicati e diffusi via social. Inoltre, i ripetuti attacchi informatici a cui è stato soggetto Facebook, per esempio, hanno compromesso i profili di milioni di utenti, e dunque non hanno certo migliorato la situazione.
Facebook perde colpi e utenti
Si parla di “abbandono dei social network”, ma quello che in realtà si intende è “abbandono di Facebook”. Tra i social presi di mira, infatti, quello che sta perdendo più utenti è proprio il capostipite di famiglia: sua maestà Facebook. Per giovani e giovanissimi, Facebook è un social “da vecchi”, noioso, fuori moda: le nuove generazioni preferiscono piattaforme come TikToK, Instagram e Snapchat, di sicuro più dinamiche e d’impatto. Le maggiori perdite di utenti si sono registrate in Africa e America Latina (due aree geografiche con una popolazione molto giovane), il che fa pensare che probabilmente il picco di iscrizioni sia ormai stato raggiunto.
I motivi per cui i giovani abbandonano Facebook, o neanche si iscrivono, sono molteplici. Innanzitutto, Facebook nasce come un “social di parole” e non di immagini, quindi meno attivo e accattivante, lontano anni luce dall’universo goloso, colorato e scoppiettante di Instagram o TikTok, che invece si basano su immagini e video brevi. Se al tempo in cui è nato, il modello fatto di messaggi su cui si basava Facebook andava per la maggiore, ora non è più così: oggi ci si esprime soprattutto attraverso le immagini.
Instagram, nato come social “fotografico”, dove il testo c’è ma conta poco, piace di più alle nuove generazioni proprio per questo motivo: Instagram e TikTok sono visti come social più leggeri rispetto a Facebook, dove non contano i concetti, il contenuto, conta invece la forma, da fruire nel modo più veloce possibile. Inoltre, sulle “giovani” piattaforme, i giovanissimi trovano i personaggi che amano e che seguono, gli “influencer”, e non i genitori o tutti quei “boomer” che al contrario popolano Facebook. Altro motivo per cui la piattaforma blu piace poco è che prima di trovare qualcosa di interessante e che attiri l’attenzione bisogna scrollare molto: su Instagram il piacere è lì dietro l’angolo, perché ci sono miliardi di contenuti disponibili in modo velocissimo. Infine, Instagram è più gratificante rispetto a Facebook: i “cuoricini” e i follower, infatti, hanno un peso (fin troppo) importante nella vita delle nuove generazioni, e lì trovano di che sfamarsi.
Caro Facebook, invecchi male
Facebook (ma ormai da tempo dovremmo chiamarlo solo Meta) ha risposto che la battuta d’arresto delle sue iscrizioni sarebbe stata causata anche dalle modifiche alla privacy di Apple iOS, oltre che dall’aumento della concorrenza. Negli ultimi tempi, infatti, il povero Zuckerberg ha dovuto lottare con i denti per attirare i più giovani sulla sua piattaforma e strapparli a rivali agguerritissimi come TikTok e Snapchat. Ma questa giustificazione, da sola, non regge: Facebook, diciamolo pure, non ha più l’appeal di dieci anni fa.
La piattaforma blu sembra invecchiare male e non regge il passo con la necessità di arginare la disinformazione che pure fino a qualche anno fa aveva alimentato il traffico. E cambiare il suo nome in Meta, nuova identità che riflette l’intenzione dell’azienda di spostare gran parte del suo business nel cosiddetto metaverso, non è che abbia aiutato granché a risollevare le sue sorti (nonostante i 10 miliardi di dollari investiti nel progetto nel 2021).
Ma non voglio darlo già come spacciato: la scommessa su Facebook, ovviamente, è ancora aperta. Sono curioso di vedere cosa accadrà nei prossimi dieci anni: farà la fine di MySpace o saprà reinventarsi grazie al metaverso? Attendo news dal futuro.