Col proseguire della digitalizzazione i pagamenti digitali diverranno sempre più usati, fino al punto in cui il denaro contante sarà interamente sostituito da criptovalute.
Se mai ci fosse stato bisogno di un’ulteriore conferma delle infinite potenzialità del digitale, possiamo dire che questo 2020 ha spazzato via ogni dubbio. Molti di noi infatti non avrebbero saputo arrivare alla fine dell’anno se non ci fossero stati lo smart working, gli e-commerce, le videoconferenze e molti altri servizi online che ci hanno permesso di non fermarci nonostante la crisi. Tutto questo però sarebbe rimasto irrealizzabile senza un ulteriore servizio tecnologico di cui tutti abbiamo usufruito senza dargli la giusta importanza: sto parlando dei pagamenti digitali.
L’evoluzione dei pagamenti
Da ormai quasi cinquant’anni i pagamenti digitali fanno parte della nostra quotidianità, prima tramite carte di credito e POS e adesso attraverso i sistemi contactless e le banking app. Da sempre hanno convissuto a fianco dei metodi più tradizionali, ma negli ultimi mesi sono stati loro i protagonisti indiscussi di ogni nostra transazione. È infatti solo grazie a questi che siamo stati in grado di fare acquisti pur rispettando le stringenti normative che hanno caratterizzato gli ultimi 9 mesi e adesso, alle soglie del 2021, anche lo Stato ha deciso di impegnarsi affinché i pagamenti digitali sostituiscano in toto i contanti.
Oltre all’ovvio vantaggio di non dover più portarsi dietro del denaro fisico, i pagamenti digitali offrono anche altri benefici. Tra questi spiccano senza dubbio le protezioni aggiuntive e la tracciabilità di tutte le operazioni, che garantiscono un ulteriore livello di sicurezza e controllo sia per l’utente finale che per gli enti. Uniamo a queste caratteristiche la possibilità di essere utilizzati indistintamente online ed offline ed è chiaro come i pagamenti digitali risultino il miglior sistema di pagamento possibile per un’economia che vuole ripartire puntando sempre più sul digital.
Quando la moneta diventa digitale
Il passaggio ai pagamento digitali è sicuramente un grande passo avanti nella digitalizzazione, ma è solo il primo gradino di un processo ancora più grande. Spostando totalmente le transazioni da un piano fisico ad uno elettronico il contante non ha più ragione di esistere, così come le vecchie concezioni di denaro. In un mondo tecnologico serve una moneta altrettanto tecnologica e le criptovalute odierne, come gli ormai celebri Bitcoin, rappresentano degli ottimi punti di partenza su cui basarsi per creare quelle che diverranno le valute del futuro.
Le criptovalute, secondo la definizione ufficiale, “sono una rappresentazione digitale di valore basata sulla crittografia”. Operano tramite un sistema blockchain, un particolare modello di architettura peer-to-peer che non permette la modifica dei dati una volta che vengono registrati, per gestire le varie transazioni in maniera sicura senza la necessità di dover passare per alcun server centrale. Le blockchain risultano particolarmente affidabili e protette proprio per la loro stessa struttura: infatti una volta codificata l’informazione all’interno di un blocco essa non può più essere cambiata o cancellata senza invalidare l’intera rete.
Con un sistema del genere, dove ogni individuo ha perennemente sott’occhio tutto il suo patrimonio a cui nessuno ha accesso senza che lui lo venga a sapere, non è difficile pensare che un intero Stato possa decidere di convertire la propria economia al digitale. Oltre a rendere più sicuro l’intero sistema delle transazioni economiche una manovra simile, nel lungo periodo, porterebbe anche ad enormi risparmi dal punto di vista amministrativo. Al momento si tratta solo di un’ipotesi, ma non c’è dubbio che, a partire dal 2021, sul fronte dei pagamenti le cose cambieranno profondamente e sta solo a noi decidere se abbracciare la trasformazione o rimanere indietro.
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