Stress da pandemia e social network sembrano essere le cause di un dilagare del disturbo da tic tra i giovani
Il disturbo da tic rappresenta uno dei disturbi neuropsichiatrici più frequenti in età evolutiva. Con il termine “tic” ci si riferisce a tutti quei movimenti stereotipati, a-finalistici, involontari che l’individuo compie senza averne il controllo e che possono essere transitori oppure cronici. Si stima che il 10% della popolazione manifesti dei tic in età adolescenziale. Si possono manifestare in più modi e coinvolgere uno o più distretti corporei: possono essere tic motori (fare smorfie, movimenti convulsi del corpo, tic degli occhi), tic comportamentali (la ripetizione di intere frasi, parole o suoni sentiti per ultimi), tic distonici (movimenti coordinati consecutivi senza un fine apparente), tic sensitivi (scatenati da una stimolazione esterna) o tic nervosi (derivanti da disagi psicologici ossessivo-compulsivi). Il disturbo da tic più conosciuto è la famosa sindrome di Tourette.
Social media e sindrome di Tourette
Alcuni ricercatori hanno recentemente messo in luce un possibile collegamento fra l’insorgenza di alcuni sintomi come tic, ansia, depressione o altre espressioni legate a sindromi o disturbi ossessivi, e la fruizione dei social media. In particolare, sotto accusa c’è soprattutto TikTok, dove si diffondono in modo virale video di ragazze e ragazzi con la sindrome di Tourette.
La neurologa Caroline Olvera, come altri suoi colleghi, sostiene la possibilità che una fruizione continuativa di video prodotti da persone con la sindrome di Tourette o altri disturbi comportamentali possano, in determinate condizioni, suggestionare e provocare l’insorgenza o il peggioramento di alcuni tic. Allo stesso tempo, Olvera evidenzia anche l’aspetto positivo dei social, che fungono in alcuni casi da gruppo di supporto, aiutando chi soffre di alcuni disturbi a condividere la propria esperienza e a reagire, magari rivolgendosi a un medico.
Le cause del disturbo oggi
Se fino a ieri, generalmente, si imputava il disturbo da tic a un’educazione troppo repressiva o a disturbi della personalità, dopo i lunghi lockdown a causa della pandemia, i medici hanno iniziato a ipotizzare anche altre cause che giustificassero l’incremento di questo disturbo, soprattutto nei giovani e nei giovanissimi. Si è passati, infatti, dall’1-5 % prima della pandemia al 20-35 %, stando a uno degli ultimi studi pubblicato nel 2021. I soggetti in questione hanno tra i 12 e i 25 anni, sono quasi sempre donne, hanno una rapida insorgenza di comportamenti complessi simili a tic motori o vocali, sono attivi sui social network e, a quanto dichiarato dai pazienti in esame, sono esposti a infliuencer sui social media (soprattutto TikTok che, per l’occasione, è stato ribattezzato “Tic Tok”).
Non solo. In alcuni casi, i pazienti hanno associato questa esposizione al primo manifestarsi dei sintomi e questa, secondo gli studiosi, potrebbe essere una spiegazione plausibile sulla base di un meccanismo di emulazione della malattia.
L’ipotesi più accreditata tra i medici è quella che si tratti di una malattia sociogenica di massa, cioè comportamenti, emozioni o condizioni comuni che si diffondono spontaneamente in un gruppo.
TikTok e il tic “Beans”
Uno dei comportamenti più insoliti notato dai neurologi in campo è stato, per esempio, il ripetere continuo della parola “beans” (fagioli) da parte di alcuni soggetti: nonostante sia una parola sola, il comportamento in sé è considerato una vocalizzazione complessa, a differenza di tic facciali come sbattere le palpebre frequentemente o arricciare il naso. Come per la maggior parte dei fenomeni in internet è impossibile determinare con certezza da dove derivi il tic “beans”, ma esistono decine e decine di video su TikTok che menzionano questo comportamento compulsivo e il presunto legame con una ragazza inglese di 21 anni, Eve Meg, alias @thistrippyhippie, creator di TikTok, che ha annunciato di avere la Tourette nel 2020 e che ha 13,5 milioni di follower. A partire da lei, moltissimi ragazzi e ragazze su TikTok pronunciano involontariamente la parola “beans” senza riuscire a controllarsi. Questi soggetti, a quanto pare, non hanno un disturbo da tic tradizionalmente inteso, ma manifestano comunque sintomi reali e invalidanti.
Pandemia e social network
La causa più ipotizzata? Lo stress degli ultimi anni (lockdown, chiusura delle scuole, aumento dell’uso dei social network, isolamento) associato, magari, a situazioni mentali pregresse che avrebbero condotto queste persone ad avere un bisogno inconscio di una valvola di sfogo per il disagio che provavano. L’origine dei tic, dunque, non sarebbe affatto genetica, ma ambientale e psicologica. Stando alla teoria dei ricercatori, vedere creator popolari affetti da disturbi da tic sui social media è stata la miccia che ha innescato tutto. “Prendere”, infatti, i tic degli altri è comune sia per le persone con disturbi da tic che con comportamenti simili a tic a insorgenza rapida.
Il lato positivo della medaglia social
Tuttavia, in caso di disturbi di questo genere, i social network possono anche avere una funzione positiva. Trovare su TikTok o su altri social qualcuno che parla di problemi di cui soffriamo anche noi può aiutarci molto. I social in questo caso diventano fonte di confronto, di dialogo e anche di conforto. I ragazzi e le ragazze si sentono meno soli e imparano a sentirsi liberi di parlare dei propri disagi. Come sempre, non è lo strumento a essere buono o cattivo: tutto dipende da come lo si usa.
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